Lamborghini Automobili è un'azienda italiana produttrice di automobili di lusso, di proprietà del gruppo Audi/Volkswagen. Costituita nel 1963, la sua sede dell'unico stabilimento è da sempre situata a Sant'Agata Bolognese nel quale lavorano 1.029 dipendenti, dei quali 250 nel solo settore ricerca e sviluppo. Nel 2014 sono in produzione due modelli, entrambi a due posti, motore posteriore e trazione integrale: la Huracán e la Aventador. Benché sia prosaicamente frutto di un progetto imprenditoriale iniziato tempo prima, la fondazione della Lamborghini viene tradizionalmente ricondotta ad una lite, realmente accaduta, fra Enzo Ferrari e Ferruccio Lamborghini. Quest’ultimo, già affermato industriale che costruiva trattori, caldaie e condizionatori, possedeva una Ferrari 250 GT della quale non era pienamente soddisfatto. Si rivolse ad Enzo in persona per lamentare il cattivo funzionamento della trasmissione e dispensandogli consigli, ma Ferrari, orgogliosamente stizzito che il cliente volesse insegnargli il mestiere, gli disse: “Che vuol saperne di auto lei che guida trattori ?” Per tutta risposta Lamborghini decise di avviare in proprio la costruzione di un’automobile che fosse “perfetta anche se non particolarmente rivoluzionaria”. La Lamborghini automobili fu fondata il 7 maggio 1963 ed aveva sede in uno stabilimento appositamente costruito a Sant’Agata Bolognese. Il titolare, che disponeva di ingenti risorse finanziarie, si circondò immediatamente di ingegneri e tecnici molto capaci: Giotto Bizzarrini progettò il motore, Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani il telaio, e Franco Scaglione disegnò la linea. La 350 GTV non riscosse molto successo a causa dello stile troppo avveniristico e rimase un esemplare unico. Il progetto venne quindi affidato alla carrozzeria milanese Touring che, pur rispettando le quote caratteristiche iniziali, creò un disegno più classico e sobrio. La nuova auto, chiamata 350 GT, era una granturismo a due posti veloce ed elegante (secondo i canoni dettati da Ferruccio) e fu la prima auto costruita in serie dalla Lamborghini. Ebbe un discreto successo di vendite e fu seguita dalla 400 GT (che giovò di un aumento di cilindrata) e dalla 400 GT 2+2, entrambe presentate nel ‘66. Il toro alla carica incorniciato da uno scudetto fu scelto come emblema da Ferruccio Lamborghini poiché era il suo segno zodiacale.
Modello | Periodo | Unità Prodotte | Motore | Potenza Massima |
350 GT |
1964 - 1966 |
131 | V12 3.464 cc | 280 CV |
400 GT | 1966 - 1968 | 247 | V12 3.929 cc | 320 CV |
Miura | 1966 - 1973 | 764 | V12 3.929 cc | 350 CV |
Espada | 1968 - 1978 | 1310 | V12 3.929 cc | da 325CV a 350CV |
Islero | 1968 - 1969 | 225 | V12 3.929 cc | da 325CV a 350CV |
Jarama | 1970 - 1976 | 327 | V12 3.929 cc | da 350CV a 365CV |
Urraco | 1973 - 1979 | 791 |
V8 1.994 (L240) V8 2.463 (L240) V8 2.996 (L302) |
da 175CV a 260CV |
Countach | 1974 - 1990 | 2049 |
V12 3.929 cc (L406) V12 4.754 cc (L507) V12 5.167 cc (L507) |
da 353CV a 455CV |
Silhouette | 1976 - 1979 | 52 | V8 2.996 (L302) | 260 CV |
Jalpa | 1981 - 1988 | 420 | V8 3.485 (L353) | 247 CV |
Diablo | 1990 - 2001 | 2903 | V12 5.707 cc (L522) | da 492CV a 595CV |
Si mise a lavorare al progetto alla fine del 1962 e già nel maggio del 1963 costituiva la società "Automobili Ferruccio Lamborghini", acquistando un grande terreno a Sant'Agata Bolognese, a metà strada tra Bologna e Modena, per costruire una grande, modernissima fabbrica. L'esperienza che aveva fatto con le sue precedenti aziende lo mise nella condizione di realizzare un impianto unico ed estremamente moderno: il grande capannone centrale, luminosissimo, era adiacente alla palazzina degli uffici, in maniera che i dirigenti avessero costantemente sotto controllo la situazione della produzione. Questo era particolarmente gradito proprio a Lamborghini, che non si poneva troppi scrupoli a lavorare personalmente sulle automobili quando gli sembrava che qualcosa non fosse fatto come avrebbe voluto.
Al salone di Torino del 1965 La Lamborghini espose un autotelaio in lamiera scatolata denominato TP400 (dalla posizione del motore e dalla sua cilindrata). Vi erano stati installati, con poche modifiche, il motore e le sospensioni che già equipaggiavano la 400 GT. Il progetto era un'iniziativa dei tecnici Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani, i quali, pur consapevoli dell'avversione di Lamborghini per le corse, avevano utilizzato lo schema a motore centrale di alcune automobili da competizione dell'epoca, quali la Ford GT40 o la Ferrari 250 LM. Su queste due vetture il motore era però in posizione longitudinale, mentre quello Lamborghini era montato trasversalmente tra l'abitacolo e l'assale posteriore, soluzione che permise di ridurne considerevolmente l'ingombro. In quel periodo la maggior parte delle Gran Turismo sportive adottavano la configurazione motore anteriore e trazione posteriore. Nuccio Bertone, presente alla rassegna, ne fu affascinato al punto di dichiarare a Lamborghini: “Io sono quello che può fare la scarpa al tuo piede”. Quest'ultimo, anche a fronte del notevole entusiasmo suscitato nella potenziale clientela, si lasciò convincere ad approvare il progetto nonostante il suo scetticismo: “Sarà una buona pubblicità”, dichiarò ai suoi tecnici, “ma non ne venderemo più di 50”
Oltre che di automobili, Ferruccio Lamborghini era
un grande appassionato di praticamente ogni cosa che avesse un motore, compresi i motoscafi. Così, il fondatore della casa di Sant'Agata Bolognese ne commissionò uno alla famosa Riva,
costruttore di motoscafi di lusso che aveva la sua sede sul Lago d'Iseo. Una volta in vita, il motoscafo venne chiamato Riva Acquarama Lamborghini ed era un esemplare unico al mondo,
equipaggiato con motori Lamborghini. Per diversi decenni, molti facoltosi appassionati di
auto o di imbarcazioni, sapendo dell'esistenza di questo raro motoscafo, provarono a cercare invano il luogo dov'era stato "nascosto"
dal suo famoso proprietario deceduto nel 1993. Solo ora, viene fuori la storia che un noto collezionista olandese (che vuole rimanere sconosciuto) l'ha acquistato nel 2010, facendolo poi
tornare nelle condizioni originali in seguito ad un lungo restauro proprio in queste settimane. Così, dopo decenni di oblio, è pronto a tornare a solcare i mari del mondo l'unico motoscafo con
motore Lamborghini mai realizzato. o meglio, con motori. Si, perché il Riva Acquarama in questione è equipaggiato con due V12, gli stessi utilizzati sulla
prima Lamborghini della storia, la 350 GT. Purtroppo però, restaurare i due motori originali era praticamente impossibile: uno dei due fa attualmente bella mostra di se all'interno del
museo della casa del toro, mentre dell'altro se ne erano perse completamente le tracce. Così, il restauratore ha acquistato altri due V12 dell'epoca e li ha successivamente convertiti in
modo di essere utilizzabili su una barca. Grazie ai due propulsori da 4.0 litri in grado di produrre un potenza complessiva di 700 cavalli, il Riva Acquarama Lamborghini è in
grado di raggiungere la velocità massima di 48 nodi (circa 89 Km/h), ben 8 nodi in più rispetto all'Acquarama standard, equipaggiato con una coppia di V8. Che dire,
se Ferruccio fosse ancora tra noi, sicuramente ne rimarrebbe molto contento e, avendo letto la sua storia, probabilmente ne rivendicherebbe la proprietà...